lunedì 27 ottobre 2008

133 - Noi la crisi non la paghiamo

In questi giorni si parla tanto della legge 133/08 riguardante la scuola del Ministro Gelmini. Ma mi sono reso conto che non tutti sanno la portata distruttiva della legge. Vorrei analizzarla un po', quindi se avete pazienza fermatevi 5 minuti a leggere questo articolo.
La prima cosa che colpisce è il metodo utilizzato per presentare questa riforma: il decreto legge.
Il decreto legge è disciplinato dall’Art. 77 della Costituzione. Il decreto deve
essere presentato al Presidente della Repubblica, che fa un primo rilievo per verificare che non ci siano palesi violazioni costituzionali. Dopo la firma del Presidente, il giorno stesso viene presentato alle camere e diventa subito efficace. Il Parlamento deve quindi convertirlo in legge entro 60 giorni, altrimenti i suoi effetti decadono. Sempre all’Art.77 si definisce la possibilità di utilizzo di questo strumento legislativo "in casi straordinari di necessità e urgenza". Bhè è inutile dire che una riforma del genere non presenta le caratteristiche di urgenza e straordinarietà. L'altra cosa "strana" son o i tempi. Il decreto è stato presentato il 25/06/2008, la sua analisi da parte delle commissioni parlamentari è iniziata il 2/7/2008, ed è arrivato alla definitiva conversione in legge il 6 agosto, ovvero durante le vacanze estive, si capisce come il governo volesse deliberatamente tenere l’opinione pubblica all’oscuro di quanto stava facendo.

La legge taglia i fondi per la ricerca, che in Italia è meno dell'1% del Pil contro il 3 della media europea e del trattato di Lisbona. Riduce il numero dei ricercatori che da noi sono 3 ogni mille abitanti, contro l'obiettivo di 8. Non taglia le sedi universitarie, che in Italia sono 115, più di una per provincia, con decine di corsi frequentati da un solo studente. Soltanto Roma ha sedi decentrate a Civitavecchia, Rieti, Pomezia. Ma quelle sedi, si mormora, che rispondano a interessi clientelari.

Se vediamo più da vicino la legge scopriamo che questa ha 85 articoli, ma quelli che riguardano Università e Ricerca sono cinque (più i vari commi).

Art. 16 Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università: l’articolo 16 si divide in 14 commi. Nel primo di essi si stabilisce la facoltà, per le Università, di trasformarsi in fondazioni di diritto privato; questo può avvenire a seguito di una delibera, a maggioranza assoluta, del Senato accademico, e deve essere approvata con decreto dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle
Finanze.
Art. 17 Progetti di ricerca di eccellenza: questo articolo è diviso in 5 commi. Il primo di essi sopprime, a partire dal 1 luglio 2008, la Fondazione IRI, le cui dotazioni patrimoniali vengono destinate, dal comma 2, alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (l’IIT fu fortemente voluto dall’allora Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, che lo concepì come un polo di ricerca di eccellenza rivolto allo sviluppo tecnologico e al contenimento della cosiddetta fuga dei cervelli, aperto agli investimenti privati e inserito nelle logiche di mercato.n realtà, la finalità era quella di incrinare il modello della ricerca pubblica e autonoma, destinando ingenti finanziamenti ad una struttura mercatista e sottoposta alla direzione di personalità di nomina strettamente politica.)
Art. 64 Disposizioni in materia di organizzazione scolastica: La parte che più interessa il mondo universitario è contenuta nel comma 4-ter, nel quale si sospendono le procedure di accesso alle SSIS per l’anno accademico 2008=2009. Questo in pratica colpisce i laureati in alcune discipline particolarmente indirizzate verso il mondo dell’insegnamento scolastico.
Art. 66 Turn over: questo articolo è composto da 14 commi che trattano, in generale, della programmazione triennale del fabbisogno di personale di varie amministrazioni ed enti pubblici, prevedendo una serie di misure di razionalizzazione, termine particolarmente amato dal legislatore e che in questo caso si traduce in contenimento e riduzione delle assunzioni di personale, sia a tempo determinato (nuove assunzioni dovute a corrispondenti cessazioni) che indeterminato (stabilizzazioni dei lavoratori precari). I primi 12 non riguardano il mondo dell’Università e della ricerca, trattato invece negli ultimi 2. Il comma 13, infatti, stabilisce che per il triennio 2009-2011 le assunzioni e la stabilizzazione di personale a tempo indeterminato non deve superare il 20% delle unità cessate l’anno precedente. Per l’anno 2012 il tetto è del 50%16. Sempre nello stesso comma il Fondo per il Finanziamento Ordinario dell’Università è ridotto di 1441,5 milioni di euro nell’arco di 5 anni, in ragione del blocco del turn over. Il comma 14 riguarda le possibilità di assunzioni, nel triennio 2010-2012, per gli enti di ricerca, rimandando alla finanziaria del 2007, che stabiliva un tetto dell’80% sulla spesa per le assunzioni rispetto a quella dell’anno precedente, aggiungendo il vincolo che il numero delle assunzioni non può superare le unità cessate (pensionamenti e scadenze contrattuali) l’anno precedente.
Art. 69 Di fferimento di dodici mesi degli automatismi stipendiali: l’Università è toccata dai commi 5 e 6. Nel 5 si fornisce una valutazione dei risparmi sul settore universitario: 13,5 milioni di euro per il 2009, 27 milioni per il 2010 e 13,5 per il 2011. Il comma 6 garantisce invece, attraverso i soliti tagli, la copertura finanziaria per far fronte alla restituzione dei soldi dovuti alla fine del periodo di differimento.

Gli effetti sono deleteri. I tagli operati sul finanziamento pubblico del sistema universitario e della ricerca, renderanno la facoltà di trasformazione in fondazioni di diritto privato un obbligo di fatto, per molti atenei. Essi saranno costretti a questa scelta perché essa darà loro la possibilità di sopperire ai fondi pubblici mancanti aumentando la tassazione universitaria ben al di sopra del limite previsto attualmente per le Università pubbliche, pari al 20% del Fondo per il Finanziamento Ordinario.
Il blocco del turn over comporterà una rapida diminuzione del personale docente e ricercatore, che darà compimento al disegno del governo: lasciar morire la ricerca svolta all’interno delle Università pubbliche per finanziare soltanto quella portata avanti in pochi centri di cosiddetta eccellenza. Una ricerca, in realtà, completamente sottoposta al controllo politico, assoggettata alle logiche del mercato e del profitto, finalizzata ad un’innovazione tecnologica di corto respiro, senza la capacità di spingere oltre le frontiere della conoscenza umana. Ci avvicineremo pertanto al modello universitario americano, in una versione sicuramente peggiorativa. Negli Stati Uniti ci sono, infatti, una decina tra le migliori università del mondo per quanto riguarda l’offerta didattica e la capacità di ricerca. Tuttavia, esse sono finanziate, oltre che da rette annuali altissime e da cospicui finanziamenti pubblici, dagli stanziamenti che ricevono da parte dei privati. Infatti negli Stati Uniti, il paese più malato di capitalismo, l'università pubblica rimane ancora fortissima. Uno studente di Fisica può scegliere di pagare quattromila dollari a Berkeley o quarantamila a Stanford, ma la qualità è la stessa, alla fine si spartiscono lo stesso numero di premi Nobel.
Quindi per una volta dobbiamo unirci tutti e lottare per il nostro futuro, e per dare un futuro all'Italia.
Noi la crisi non la paghiamo!




Info: NO! alla 133
Info: Dossier 133
Info: La Repubblica

giovedì 23 ottobre 2008

Aiuto!!! Ci hanno sfrattato . . .

AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH ! ! ! !

Questo post è rivolto soprattutto ai "borrachini", a tutti quelli che vengono a mare a Torre Borraco, nella mia zona.
Come si può ben vedere dalle immagini, hanno fatto quella specie di recinzione (per proteggere le dune e la macchia) attorno alle dune e intorno ai nostri ginepri, e sono passati proprio in mezzo all'area in cui ogni anno costruiamo il nostro bellissimo CAMPO da BEACH VOLLEY.
In pratica ci hanno appena sfrattato!
Non potremmo più fare il campo, a meno che non distruggiamo il tutto!
Ma dopo tanti anni ormai. Era diventata tradizione, come tradizione era l'ormai celeberrimo Torneo Torre Borraco giunto, con qualche incidente di percorso, alla VI Edizione!
E io che ho fatto tanto per quel campo. Come scordarsi quando andammo con il caro Rocco a "prendere in prestito" i pali con un blitz fulmineo!!!
Tanta fatica per nulla.
RIBELLIAMOCI, RIPRENDIAMOCI IL CAMPO!!!!


W TORRE BORRACO

martedì 21 ottobre 2008

Nucleare pugliese? NO, grazie!

Voglio agganciarmi al post dello zio Benet <Italy Embraces Nuclear Power> per informarvi che sabato scorso (18/10/2008) si è tenuto a Manduria una tavola rotonda in cui si è approvato un documento d'intesa che esprime il NO convinto nei confronti del progetto del governo di realizzare una centrale nucleare in zona. A questa tavola rotonda hanno partecipato oltre al sindaco di Manduria, tutti i sindaci dei comuni limitrofi, consiglieri regionali, presidenti delle province, sindacati ecc...

Infatti come tutti saprete, il governo, vorrebbe realizzare una decina di centrali nucleari su tutto il territorio italiano, e uno dei siti "prescelti" è appunto la costa jonica tra Manduria e Nardò. A questo proposito vi rimando a un mio post pre-estivo sulla guida blu stilata da legambiente, in cui risulta che proprio queste due località sono le prime due pugliesi e sono rispettivamente 16° e 5° assoluta a livello nazionale. Il che significa far spofondare tutta la zona salentina che punta sul turismo e sulle bellezze naturali nel baratro più profondo.
Inoltre dovete sapere che la Puglia è energeticamente autosufficiente, anzi dell'energia prodotta in loco, ne esporta ben più dell'80% !!!
In più la Puglia ha puntato quasi tutto sul rinnovabile, tant'è vero che le più grandi industrie mondiali stanno investendo da noi sul solare e principalmente sull'eolico tanto da non poter riuscire a soddisfare l'intera domanda. E tutto questo ha ripercussioni vantaggiosi anche sull'indotto, infatti la danese Vestas ha aperto uno stabilimento produttivo nel tarantino, e altre grandi compagnie dovrebbero seguire a ruota.
Questo governo vuole il federalismo? Bene, allora incominciamo a trattenerci tutta l'energia che produciamo o vendiamola a carissimo prezzo così riempiamo le casse regionali!!!
Naturalmente per quanto mi riguarda questa è solo una stupida provocazione, ma penso che se ci deve essere una scelta di siti per le centrali nucleari, allora queste devono essere fatte con un bel po' di sale in zucca.
Mi raccomando non addormentiamoci, e non aspettiamo che le decisioni prese dall'alto incombano su di noi per fare qualche timida protesta a cui spesso neanche crediamo, ma prendiamo atto della situazione e muoviamoci . . . altrimenti poi ci ritroveremo in questo stato . . .

venerdì 10 ottobre 2008

Il governo salva anche Geronzi, Tanzi e Cragnotti . . .


Sorpresa nel decreto Alitalia: reati non perseguibili se non c’è il fallimento.
Ad accorgersene per prima Milena Gabanelli, l’autrice della trasmissione Report.


Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri.

Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento.

Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita.

Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.

Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva".

Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento".

Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cagnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche".

Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese.

Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura".

La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento.

Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta.

FONTE: Repubblica.it

Salento, riutillizare le fibre di carbonio

Sarà realizzata a Martignano (LE), una industria tecnologicamente all'avanguardia che consentirà di riutilizzare nel settore aeronautico il materiale ottenuto con il trattamento di scarti di fibre di carbonio.

I lavori inizieranno esattamente tra un anno e costeranno 10 milioni di euro. L'azienda occuperà 70 persone, tra ingegneri e tecnici specializzati. La scelta di Martignano è dettata dalla presenza a Grottaglie (TA) dello stabilimento Alenia, uno dei principali fornitori della Boeing, dove si costruiscono pezzi per il nuovo Boeing 787 Dreamliner, un velivolo pensato e prodotto per essere il più possibile ecologico. La struttura è in fibra di carbonio e plastica rinforzata, invece dell’alluminio, costoso da produrre e difficile da smaltire. Consumerà il 20 per cento di carburante in meno rispetto ai colleghi di vecchia generazione.

lunedì 6 ottobre 2008

. . . Son qui . . .

Eccomi di nuovo qui! L'ultimo post è datato 23 luglio, siamo ad ottobre. . . ne è passato di tempo! Ancora non ho ripreso il mio naturale ritmo, anche perche io sto ancora alla casetta di mare (vedete il post Tutti al mare . . .), alla faccia vostra. Eheheheh
E' passata un'estate intera, di cose ne sono successe, e credetemi non di belle, però il primo post post-Estate (scusate il gioco di parole) era già prenotato. Infatti lo avevo promesso ad mio amico.
Perchè, vi chiederete?
Adesso vi spiego.
Quest'essere di Gorgonzola, ha avuto il barbaro coraggio di mangiarsi una puccia con il ripieno di TIRAMISU'. Il tutto per una banalissima scommessa, che poi nemmeno era una scommessa visto che non c'era niente in palio!!! Un genio!!!
Naturalmente è tutto documentato!



Piccolo aneddoto. Quando è andato al banco ad ordinare, il ragazzo gli ha detto testualmente:"Ma. . . posso parlarti sinceramente? MA SEI COMPLETAMENTE SCEMO???"

Ciao Chill Out!!!
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